Spiralis Mirabilis - Rivista dedicata alle arti marziali cinesi e alla cultura tradizionale cinese con focus su Tai Chi QiGong e DaoYin
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Spiralis Mirabilis Magazine

武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Il maestro Chang Dsu Yao

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Pagina pubblicata in data 6 luglio 2024
Aggiornata il 7 luglio 2024

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Il primo contatto che ho avuto con il maestro Michele Dal Bo risale al 2017. In quel periodo avevo da poco iniziato a interessarmi allo studio del Guan Dao (關刀 guān dāo). Un’arma che mi ha sempre affascinato, ma che è proposta in poche scuole (almeno in quelle della regione in cui vivo e in quelle limitrofe).

Nelle mie ricerche incappai in un video del maestro Dal Bo che eseguiva una 套路 tàolù portata in Italia da un maestro che ha segnato la storia delle arti marziali italiane: il maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo.

Per questo motivo nell’estate del 2023 ho contatto nuovamente il maestro, chiedendogli la disponibilità a rilasciare un’intervista in cui parlare del maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo.

Allievo del maestro Giuseppe Ghezzi, a sua volta allievo del maestro zhāng. Il maestro Michele Dal Bo insegna oggi presso la scuola Accademia ShierLi a Borgo Roma (VR).

Iniziata l’intervista, abbiamo toccato come primo punto che cosa insegnava il maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo. C’è, infatti, un po’ di confusione sulla figura del maestro.

La ricerca di 張祖堯 zhāng zǔyáo fu volta a trovare una sintesi fra le tecniche 少林拳 shàolín quán e le tecniche del 太極拳 tàijí quán. La sua ricerca però non si limitò solo a questo. 張祖堯 zhāng zǔyáo dedicò molto tempo anche all’aspetto "teorico" di queste discipline e all’aspetto culturale che contraddistingueva le stesse. Il maestro teneva, infatti, a far capire ciò che rappresentava il simbolo del 太極圖 tàijítú e cosa sta dietro ai principi dello yīn e dello 陽 yáng.

Il maestro vedeva nel suo insegnamento la possibilità di diffondere anche la propria cultura, come, ad esempio, portare ai propri allievi e allieve i tre tesori della cultura cinese 三寶 sānbǎo.

Per il maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo dietro l’insegnamento delle arti marziali non c’era solo la comprensione di una tecnica, ma soprattutto la comprensione di un principio.

張祖堯 zhāng zǔyáo nacque nel 1918 nel villaggio di 柴集 cháijí, nella municipalità di 朱寨鄉 zhūzhài della contea di pèi.

Il maestro raccontava che all’età di cinque anni ebbe modo di assistere a una dimostrazione di 少林拳 shàolín quán rimanendone colpito profondamente. A tal punto che l’anno successivo sarà affidato dal padre al maestro 劉保軍 liú bǎojūn noto in quel momento per essere uno dei più forti e "completi" maestri del nord della Cina.

Il maestro 劉保軍 liú bǎojūn aveva avuto modo di studiare 太極拳 tàijí quán sotto la guida del maestro 楊澄甫 yáng chéngfǔ.

All’età di vent’anni entrò nella 軍校第六分校 jūnxiào dì liù fēnxiào, una diramazione dell’accademia militare cinese chiamata "sesto ramo", dove ebbe modo di studiare differenti stili di arti marziali cinesi, come il 梅花拳 méihuā quán, il 八極拳 bājí quán, e il 八卦掌 bāguà zhǎng.

Il maestro raccontava che la sua passione per le arti marziali era così grande che non sentiva né la fatica né il dolore. Si allenava almeno quattro ore al giorno tutti i giorni.

張祖堯 zhāng zǔyáo visse letteralmente in "prima linea" gli anni dell’invasione giapponese. Riportò numerose ferite durante quegli anni, testimoniate dalle numerose cicatrici che segnavano il suo corpo. La sua schiena era stata gravemente ferita a causa di una caduta da circa 12 metri di altezza. Una torretta su cui si trovava fu colpita da una granata facendola esplodere. Una gamba non guarì mai da questo incidente causandoli frequenti flebiti.

Un’esperienza che lo segnò molto. A tal punto che ripeteva spesso ai suoi allievi e alle sue allieve: "io ho fatto la guerra... e spero che voi non la facciate mai". Per lui lo studio e la pratica del 太極拳 tàijí quán devono portare la pace.

Il suo lascito è sintetizzabile in queste poche parole: "il combattimento non deve essere fine a sé stesso". La capacità dell’allievo o dell’allieva di saper fronteggiare un avversario sta nella capacità di avere la consapevolezza di essere in grado di fare o meno del male. Puoi bloccare, fermare l’avversario, piuttosto che far del male.

Per il coraggio dimostrato in battaglia e i meriti ottenuti fu promosso colonnello prima dei 30 anni. La sconfitta di 蔣中正 jiǎng zhōngzhèng, conosciuto in Italia con il nome di Chiang Kai-shek, constrinse 張祖堯 zhāng zǔyáo a seguirlo a Taiwan (中華民國 zhōnghuá mínguó).

Qui incontra 鄭曼青 zhèng mànqīng, l’ultimo discepolo del maestro 楊澄甫 yáng chéngfǔ, con il quale studia. Al periodo in cui visse a 臺北 táiběi risalirebbe un aneddoto piuttosto famoso, di cui però non sono riuscito a trovare un riscontro "documentale".

Si racconta che il maestro abbia sgominato una banda di malviventi che taglieggiavano i commercianti del mercato di 臺北 táiběi. Un cronista che assisté allo scontro rimase colpito dalle capacità del maestro e gli chiese "come avete fatto?". Sembra che il maestro abbia risposto "...non lo so, non me lo ricordo".

Molti vedono in questo un esempio dello stato "vuoto della mente", che abbiamo raccontato nell’articolo "La mente non mente" apparso nel primo numero di Spiralis Mirabilis.

Congedatosi dalle forze armate, nel 1975 arriva in Italia e si stabilisce a Bologna. Nel 1977 incontra il maestro Roberto Fassi. Incontro che lo porterà a trasferirsi a Milano dove fonda la sua scuola.

Il maestro Michele Dal Bo mi racconta di come il maestro zhāng aveva una sincera curiosità nei confronti degli altri stili, descrivendone così un’apertura che, per quanto appare "normale", nei fatti tutt’oggi non lo è ancora.

Questo, forse, anche perché il maestro, avendo avuto modo di studiare differenti stili, riteneva che nonostante la grande varietà delle arti marziali cinesi queste avessero la stessa origine e condividono gli stessi principi.

Oggi la scuola fondata dal maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo è presente in molte regioni d’Italia e ha segnato la storia delle arti marziali nel Bel Paese.

L’importanza della ricerca del maestro è sintetizzata dalla sua eredità marziale. Infatti, è sufficiente soffermarsi a riflettere che il 太極拳 tàijí quán che è insegnato nelle scuole zhāng, è indicato come il 太極拳 tàijí quán del maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo, nonostante il maestro lo abbia ereditato dai diretti discendenti della famiglia yáng.

Un riconoscimento alla grande eredità culturale che il maestro 張祖堯 zhāng zǔyáo ha lasciato ai praticanti e alle praticanti di tutta Italia (e non solo).

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Francesco Russo

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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一口氣。一套太極拳。一個世界。
Yī kǒuqì. Yī tào tàijí quán. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola sequenza di Taiji. Un solo mondo.
—— 龍小五

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